A Torino (e dintorni) sulle orme di don Bosco

A Torino (e dintorni) sulle orme di don Bosco

La proposta di due giorni, dal 19 al 20 febbraio, è rivolta ai ragazzi dai 14 ai 17 anni

A Torino per incontrare testimoni che insegnano a sognare, condividere e appassionarsi. È questa la proposta di due giorni, 19 e 20 febbraio 2023, promossa dalla Pastorale Giovanile, in collaborazione con Fondazione Homo Viator, per gli adolescenti (14-17 anni) della Diocesi.

Un’occasione di viaggio e scoperta sui passi di don Giovanni Bosco, Pier Giorgio Frassati e Ernesto Olivero con il Sermig (Servizio Missionario Giovani). «Testimonianze del passato e del presente, con le quali camminare assieme – commenta don Riccardo Pincerato, direttore del Servizio diocesano per la PG -. Un invito rivolto ai gruppi e ai loro educatori, per far loro percepire che non sono soli».

La prima sosta sarà a Colle don Bosco (Asti), paese natale del fondatore dei Salesiani, tra i santi sociali torinesi insieme al beato Frassati. «Ha avuto a cuore i giovani, è stato capace di leggere i loro sogni», afferma don Riccardo. Gli adolescenti conosceranno meglio la sua vita per riscoprire l’importanza di sognare, in un momento storico in cui è sempre più difficile farlo. «Il sogno può fare paura perché chiede di investire nel futuro – spiega il direttore -. L’intuizione di don Bosco è ancora viva; ci dice che i sogni dei giovani dell’Ottocento sono ancora attuali, cambia solo il linguaggio».

L’incontro con il santo torinese proseguirà con una visita alla Basilica, al museo e al cortile di Valdocco, luogo che ha visto crescere e diffondersi la sua attività in favore della gioventù. Il viaggio nel capoluogo piemontese vuole comporre per i giovani un insieme di spunti tra loro complementari. La visita al Sermig, monastero metropolitano, spazio di fraternità aperto al mondo e all’accoglienza, si inserisce in questa idea.

«Una volta che si sono chiariti i propri sogni, il bello poi è condividerli», sottolinea Pincerato. All’Arsenale della Pace, sede del gruppo fondato da Olivero nel 1964, i ragazzi vivranno l’esperienza della Cena dei Popoli, che offre una fotografia della distribuzione delle risorse nel mondo, assieme ad un’azione di servizio. «Potranno sperimentare la bellezza di farsi dono, facendosi prossimi a poveri e fragili – continua il don -. Capire che quando si dona, la vita assume senso».

Ma parlare di “ultimi” non deve far dimenticare che spesso fragili e bisognosi, anche solo di una parola da parte di qualcuno, siamo anzitutto noi stessi: come tali ci stiamo riscoprendo sempre più. Questo può far perdere l’attenzione verso gli altri. «Così rischiamo di aggrovigliarci, di non trovare una via d’uscita – afferma don Riccardo -. Per uscirne abbiamo bisogno di guardare ad una realtà più ampia. Credo che il Sermig possa aiutarci in questo». All’Arsenale, difatti, le azioni sono sempre accompagnate da una «profonda dimensione contemplativa».

L’ultima tappa del viaggio, nel pomeriggio di lunedì 20, sarà per la messa nella Cattedrale di San Giovanni Battista. Qui è sepolto Pier Giorgio Frassati, l’ultimo dei testimoni che i giovani incontreranno. «La sua è stata una vita spesa con passione – spiega Pincerato -. Il momento finale dell’esperienza sarà legato a lui». Un giovane credente, scomparso nel 1925 all’età di 24 anni, che, come scrisse Filippo Turati, «riempie di riverente stupore anche chi non condivide la sua fede».

 

Articolo a cura di Daniele Frison, pubblicato sul settimanale diocesano La Voce dei Berici nel numero di domenica 1 gennaio 2023