18 anni, quasi 19, è un’età di mezzo. Ti lasci definitivamente alle spalle l’infanzia, cominci ad uscire dall’adolescenza, sei più consapevole di chi sei e di cosa desideri. E hai voglia di uscire di casa, di vedere il mondo.
Irene ha 18 anni, quasi 19. Vive a Stroppari di Tezze sul Brenta e frequenta il liceo linguistico a Bassano. In settembre andrà in quinta e poi ha una mezza idea di studiare psicologia. Le piace suonare il pianoforte, e chi l’ha ascoltata assicura che è brava. Le piace il cinema, quello di registi come Wes Anderson. E le piace dipingere.
Irene ha voglia di uscire di casa. Di vedere il mondo. Ma lasciarsi alle spalle definitivamente l’infanzia e uscire dall’adolescenza non è così facile se hai avuto a che fare con il Covid-19.
«Ero in prima superiore quando è scoppiata la pandemia – racconta – e praticamente fino alla terza abbiamo sempre seguito le lezioni da casa. È stato bruttissimo, sento di aver perso tante esperienze, è come se avessi ancora 16 anni. Abbiamo buttato via tanto tempo. Ora le cose sono tornate normali, ma si sente che ci è stato tolto qualcosa che non possiamo più riavere indietro. I primi anni delle superiori sono quelli in cui cresci, prendi consapevolezza di chi sei e di cosa vorresti… E invece ci è toccato stare da soli».
Tuttavia, per Irene, le amicizie più importanti sono proprio quelle che ha in classe. «Il fatto di essere stati così tanto tempo senza gli altri ci ha fatto rendere conto di quanto sia importante la presenza di ciascuno. Anche dei compagni che detestavi. Quest’anno abbiamo fatto la nostra prima vera gita di classe, in Spagna. Finalmente abbiamo potuto stare insieme come avremmo voluto».
Irene il 29 luglio partirà insieme ad altri 500 vicentini per la Gmg di Lisbona. «Alla Gmg spero di conoscere persone nuove, di conoscerne tante e tornare a casa sapendo di aver vissuto qualcosa di diverso da quello che vivo sempre qui. Le aspettative sono alte. Lisbona mi affascina perché è una grande città, e nelle grandi città ci sono persone da tutto il mondo, si scoprono cose nuove, si ha la consapevolezza di essere in un posto diverso. Qui invece sento che mi manca qualcosa»
Quando hai 18 anni, quasi 19, la voglia di uscire di casa è tanta. E se abiti in un piccolo paese, come Irene, lo è ancora di più. Ma è un po’ più complicato farlo, perché tutto è più distante: la scuola, le amicizie, le passioni. E si sente più forte il conflitto tra radicamento e sradicamento. In paese infatti i legami famigliari si fanno più stretti, le amicizie sono quelle storiche nate all’asilo, la parrocchia una realtà che si conosce e si frequenta fin da bambini. «Qualcosa di bello, ma che sento legato ai ricordi felici di quando ero bambina». Ora c’è voglia di partire, di andare distante, di avere spazio per muoversi. Tutte cose che si trovano in una Gmg.
«Alla Gmg ci sono arrivata quasi per caso – racconta Irene -. Sono stata trascinata da un’amica che è stata spinta a partire da sua mamma. Anche molti miei compagni di classe ci vanno. Visiteremo Lisbona, faremo tappa a Barcellona… Sento già che sarà qualcosa di bello!».
Articolo di Andrea Frison, Voce dei Berici.