Terra del Santo a piedi, un racconto
«Attraversare il muro a Gerusalemme mi ha lasciato sgomento»
Due giovani raccontano la settimana di pellegrinaggio nella Terra del Santo dove la fede si intreccia davvero con la vita.
Un tramonto su Gerusalemme contemplato da un luogo d’eccezione, il Getsemani, è uno dei momenti che più ha segnato il gruppo di 14 giovani che dal 29 ottobre al 5 novembre 2022 hanno attraversato a piedi la Terra del Santo. Il pellegrinaggio dal titolo “In cammino verso Gerusalemme e Gerico”, organizzato dalla Pastorale Giovanile in collaborazione con la Fondazione Homo Viator, e guidato da don Riccardo Pincerato, ha toccato i luoghi cardine della fede cristiana, come la Basilica della Natività a Betlemme e il Santo Sepolcro, concludendosi nella città di Gerico.
«Quel momento al calare della sera, unito all’incontro con fra’ Diego Dalla Gassa, originario di Chiampo, che svolge servizio al Getsemani nella comunità francescana che custodisce il luogo, è impresso nel mio cuore» afferma Giulia Agostini, 27 anni, una delle partecipanti, che aggiunge: «Camminare nel deserto per me è stato altrettanto toccante». Convinta a partire grazie all’insistenza di un’amica e alla prima visita in quei posti, a lei questo viaggio ha portato la consapevolezza «che la fede è una scelta che passa attraverso l’esperienza di sentirsi amati e accompagnati», ma anche la capacità di «vedere la vita con uno sguardo diverso, più sereno nella complessità».
«Passare una settimana in una terra dove la fede è molto intrecciata alla vita è stato molto forte», aggiunge. La condivisione della fatica del cammino con il gruppo è stato un aspetto importante della sua esperienza. «Nonostante le difficoltà abbiamo sempre messo il bene del gruppo difronte al bene del singolo, questo mi ha lasciato con la sensazione di non essere mai sola», dice. Impattante per lei e per gli altri giovani è stato anche vedere con i propri occhi gli attuali conflitti di quelle terre. «La Terra Santa è un luogo molto complesso e ricco di contraddizioni. Mi ha colpito come l’uomo abbia ancora tanto bisogno di toccare con mano i luoghi santi, e di quanto faccia fatica a viverli in pace», continua Giulia.
Anche Davide Meneghello, 39 anni, altro partecipante del pellegrinaggio, è rimasto colpito dall’attualità: «Attraversare il muro a Gerusalemme ovest, farlo a piedi tra i palestinesi che entrano ed escono da Betlemme, mi ha lasciato sgomento», afferma. Anche per lui era la prima volta nella Terra del Santo. «Siamo partiti che non ci conoscevamo, ma sono bastati quindici chilometri di fatica condivisa per creare un gruppo. Quello che la strada fa è sempre un miracolo. È stato emozionante fare fatica sperimentando anche le fatiche di quei popoli». Davide ha capito quanto sia importante attraversare a piedi i luoghi narrati nei Vangeli per avere un’idea più realistica delle distanze geografiche. «Queste sono difficili da cogliere solo leggendo la Parola», spiega. «Dal punto di vista della fede mi ha portato confusione – continua -. I luoghi cruciali per la nostra fede sono perennemente affollati, tant’è che ho faticato a trovare un momento da dedicare a me stesso. Al Getsemani eravamo soli, dopo la chiusura, in un luogo che trasuda spiritualità: per questo è stato un momento speciale».
L’articolo a cura di Daniele Frison è uscito
sul settimanale diocesano “la Voce dei Berici” domenica 4 dicembre